Voghera – 26 Gennaio 2023 – E’ stato presentato questa mattina nel teatro della Casa Circondariale di Voghera l’ultimo libro della giornalista e scrittrice Vogherese Camilla Sernagiotto. L’incontro con i detenuti del carcere vogherese è avvenuto dopo che nelle scorse settimane erano state consegnate alcune copie del libro alla struttura, per permettere a più detenuti possibili di leggerlo al fine di coinvolgerli maggiormente nella presentazione, oltre che per alimentare la biblioteca carceraria. Il libro di Camilla Sernagiotto ( incentrato su alcuni misteri e delitti avvenuti all’interno del palazzo Dakota di New York, tra il massacro dell’attrice Sharon Tate e l’omicidio di John Lennon) sono state acquistate in parte donate dalla casa editrice ed in parte sono state acquistate dall’autrice presso le librerie di Voghera, per promuovere il sostegno del commercio cittadino e avvicinare inoltre questi negozi alla realtà carceraria. Le stesse librerie vogheresi sono state infatti coinvolte nella donazione di alcuni romanzi al carcere.
All’incontro hanno preso parte attivamente Nicola Affronti, Capogruppo Consiliare Comune di Voghera, Consigliere Comunale e Vicepresidente del circolo culturale Il Vogherese (da anni impegnato personalmente in iniziative sociali e culturali presso la Casa Circondariale); Simona Panigazzi vicepresidente Ascom Confcommercio Voghera e Marco Graziano, presidente Associazione Artigiani dell’Oltrepo Lombardo.
«Sicuramente è stata un’emozione ritornare dopo la pandemia a fare iniziative alla casa circondariale che permettano di mettere insieme la città con una realtà che per la città è importante, e che occupa tante persone e che a volte viene un po’ dimenticata» ha detto Nicola Affronti. «È stata un’emozione tornare con Camilla Sernagiotto a fare una presentazione di un libro qui perché con lei dieci anni fa abbiamo iniziato a fare molti progetti alla casa circondariale, tra cui la presentazione di un altro suo libro e diversi laboratori di scrittura creativa» conclude Nicola Affronti.
La vicepresidente Ascom Confcommercio Voghera Simona Panigazzi e il presidente di Associazione Artigiani Marco Graziano hanno presenziato in cordata. Per l’occasione, le due associazioni hanno donato svariati libri alla biblioteca del carcere. «La lettura apre orizzonti e dona nuovi occhi, abbatte barriere laddove ci sono. Un privilegio essere qui oggi» hanno detto Panigazzi e Graziano.
Un grande coinvolgimento e un’ottima risposta anche da parte della popolazione detenuta: il teatro del carcere si è riempito di lettori interessati alle tematiche trattate da Sernagiotto, dando il via a un interessante dibattito che si è protratto per oltre due ore.
«Questo posto per me è molto importante» ha detto Camilla Sernagiotto. «Negli anni ho collaborato a corsi e laboratori di letteratura, scrittura creativa e quella che io definisco ‘letteratura emotiva’. Ogni volta che ho trascorso del tempo qui dentro, ho vissuto esperienze che mi hanno arricchita in maniera indescrivibile. Bisogna provare a entrare in questo posto e a confrontarsi con le persone che qui vivono per capire a cosa mi riferisco. Si tratta di una società nella società, un mondo nel mondo, una città che sorge nella nostra città, Voghera, che purtroppo non conosce bene questa realtà. Tutte e quattro le librerie della nostra città – la Libreria Bottazzi, la Libreria Ticinum, la Libreria del Centro e la Ubik di Voghera – hanno aderito con grande entusiasmo alla donazione di libri per la biblioteca carceraria, corredando ciascun testo di una dedica personale. Spero che questo sia l’inizio di un percorso che possa portare a comunicare sempre di più la popolazione vogherese e la popolazione detenuta, e sono certa che questo avverrà grazie al direttore della casa circondariale Davide Pisapia, al funzionario responsabile dell’area giuridico pedagogica Adele Ianneo con i suoi collaboratori e all’agente di Rete Costanza Sforzini. Per comunicare qualcosa, credo che non ci sia miglior messaggio che un libro, quindi il mio invito è quello di donarne parecchi a questa realtà. C’è una deliziosa biblioteca che i detenuti stessi gestiscono con grande passione: chiunque voglia donare dei testi – così come offrire il proprio tempo per organizzare corsi, lezioni o laboratori – sappia che qui è il benvenuto. Il mio libro, La maledizione del Dakota, tra le altre cose parla di un delitto il cui colpevole ha dichiarato di aver ucciso perché gliel’avrebbe detto un libro. È Mark David Chapman, che ha assassinato John Lennon lui dice ‘ispirato dalle pagine del romanzo Il giovane Holden’. Non diamola vinta a gente come Chapman: i libri non ispirano mai il male, anzi aiutano a ragionare e a vivere esperienze che non conosciamo, quindi un libro significa sempre arricchirsi e fare uscire il meglio di noi stessi» conclude Sernagiotto.